Solitamente
soffro di insonnia, anche se questo è un buon periodo.
Devo
sempre ricorrere ad un aiuto farmacologico, altrimenti non riuscirei
a prendere sonno o a dormire tranquillamente per tutta la notte. E'
una caratteristica che mi accompagna oramai da anni. Talvolta passavo
(e passo ancora) notti completamente bianche.
Se l'umore è buono,
niente di meglio che vedere un paio di film durante la notte. E' il
momento magico: il buio immenso e placido, qualche sordo rumore in
lontananza, il fascino di una pellicola che sembra creata proprio per
quella notte, una privilegiata proiezione privata durante uno spazio
temporale che l'inconscio non ha voluto rubare per i suoi voli
notturni.
Ieri
sera ho visto THE AVENGERS in DVD. Noleggiato. Che gran culo non aver
speso 10 euro per la visione in 3D.
Non
ero così convinta per andare a vederlo al cinema, alla sua uscita in
DVD mio marito lo ha rincorso per settimane finché ieri, al modico
prezzo di 2 euro (causa prenotazione, altrimenti solo 1 euro), siamo
riusciti a vederlo.
Per
la seconda volta, lui. Per la prima volta, io.
Credo
di aver sentito parlare di “The Avengers” già a partire dagli
inizi dell'anno scorso o forse poco prima. Mesi di pre-recensioni,
video-clips, fotografie, una grande attesa, un gran frastuono
mediatico per un film che vale forse meno di un episodio di “Un
medico in famiglia” (mai visto e nemmeno ci tengo).
Non
sempre le pellicole riescono, non sempre scriviamo buone recensioni,
non sempre facciamo bene il nostro lavoro. Non tutti i giorni sono
uguali, non sempre disponiamo di quella energia e ispirazione
necessaria per mettere in pratica la parte migliore di noi. Di questo
ne dobbiamo prendere atto, nessuno di noi escluso, e fino a qui
nessuna obiezione.
Ma
in questo caso non parliamo di un film malato, di una storia che
poteva essere trattata diversamente, carente nella sceneggiatura o
con una pessima direzione degli attori.
Stavolta
parliamo di un prodotto creato – come tanti altri – a tavolino,
con l'unico scopo di farne uno dei più grandi incassi dell'anno o
del decennio.
Ecco
la storia: un gruppo di supereroi vengono riuniti per sconfiggere una
minaccia aliena. Prima si detestano, litigano tra loro - tanto che
pensiamo a cosa serve il cattivo – poi si riuniscono per la grande
battaglia finale. E vincono. Che Storia.
Mi domando quanto abbia
faticato lo sceneggiatore. A mio avviso ha scritto il brogliaccio
mentre cercava ispirazione sul water del suo bagno dopo una indigestione
domenicale. Spezziamo una lancia dicendo che, per fortuna, la grande
attesa non era rivolta all'intreccio, ma ai suoi componenti.
“The
Avengeres” riparte infatti da dove “Iron Man 2” finiva, così
ritroviamo la morbida Scarlett Johannson (forse la migliore del
gruppo) avvolta nella sua tuta nera, che scalcia e lotta come una
matta nei suoi splendidi 160 cm di altezza (o poco più..);
un'apparizione di qualche minuto di Pepper, colei che era la
intransigente e precisa assistente tutto-fare di Iron Man.
L'assistente incarnata deliziosamente da Gwyneth Paltrow in un
perfetto stile britannico, diventa qui una comparsa totalmente
inutile, vestita con shorts di jeans e camicetta, che vaga
sfarfallando per l'ufficio a piedi scalzi e con un flûte di
champagne in mano. Binomio perfetto di banalità e futilità.
Successivamente abbiamo Capitan America con la sua tuta decisamente
troppo antiquata e la sua capacità recitativa pari a quella di un
mattone, tanto che fa ridere – non nel senso migliore - ogni volta
che appare; abbiamo il nuovo divo Jeremy Renner (adesso nelle sale
con “The Bourne Legacy” e ovunque sulle riviste di cinema) e il
suo Occhio di Falco innamorato della morbida spia russa; lo
shakespiriano Thor in lotta con il fratello adottivo, brutta
fotocopia di una figura malvagia vista e rivista da anni.
Ritroviamo
anche una nuova versione di Hulk, con un Mark Ruffalo in bilico tra
timidezza e follia, traspirante di un nervosismo totalmente estraneo
sia all'imponente e splendido corpo del primo essere creato da Eric
Bana, che al secondo triste e tormentato Dott Banner incarnato da
Edward Norton.
Infine la ragione del film, il faro che attrae e
riunisce tutte le navi al molo: il sarcastico Robert Downey J, che
con i suoi occhioni neri, le sue battutine che sanno di aria fritta e
la sua gigioneria è oramai diventato schiavo del personaggio che lo
ha fatto resuscitare dopo anni di profonda crisi, Iron Man. Ma si può
veramente ridurre un magnifico attore a questi livelli? Non nascondo
di aver gustato i due precedenti Iron Man, ma questa pellicola sembra
un prodotto venduto nei supermercati di basso costo: brutto alla
vista e qualitativamente orrendo. Passo per gli altri, ma un attore con queste magnifiche qualità recitative, a mio avviso, merita molto di più di un eroe di
latta rossa con la musica a tutto volume nel casco.
Solitamente
soffro di insonnia ma “The Avengers” è un ottimo sonnifero, un
prodotto “da banco” da vendere anche negli scaffali dei
supermarket dedicati alle cure “fai-da-te”.
Buona
– non – visione
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