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domenica 23 settembre 2012

THE AVENGERS

Solitamente soffro di insonnia, anche se questo è un buon periodo.
Devo sempre ricorrere ad un aiuto farmacologico, altrimenti non riuscirei a prendere sonno o a dormire tranquillamente per tutta la notte. E' una caratteristica che mi accompagna oramai da anni. Talvolta passavo (e passo ancora) notti completamente bianche. 
Se l'umore è buono, niente di meglio che vedere un paio di film durante la notte. E' il momento magico: il buio immenso e placido, qualche sordo rumore in lontananza, il fascino di una pellicola che sembra creata proprio per quella notte, una privilegiata proiezione privata durante uno spazio temporale che l'inconscio non ha voluto rubare per i suoi voli notturni.
Ieri sera ho visto THE AVENGERS in DVD. Noleggiato. Che gran culo non aver speso 10 euro per la visione in 3D.
Non ero così convinta per andare a vederlo al cinema, alla sua uscita in DVD mio marito lo ha rincorso per settimane finché ieri, al modico prezzo di 2 euro (causa prenotazione, altrimenti solo 1 euro), siamo riusciti a vederlo.
Per la seconda volta, lui. Per la prima volta, io.
Credo di aver sentito parlare di “The Avengers” già a partire dagli inizi dell'anno scorso o forse poco prima. Mesi di pre-recensioni, video-clips, fotografie, una grande attesa, un gran frastuono mediatico per un film che vale forse meno di un episodio di “Un medico in famiglia” (mai visto e nemmeno ci tengo).
Non sempre le pellicole riescono, non sempre scriviamo buone recensioni, non sempre facciamo bene il nostro lavoro. Non tutti i giorni sono uguali, non sempre disponiamo di quella energia e ispirazione necessaria per mettere in pratica la parte migliore di noi. Di questo ne dobbiamo prendere atto, nessuno di noi escluso, e fino a qui nessuna obiezione.
Ma in questo caso non parliamo di un film malato, di una storia che poteva essere trattata diversamente, carente nella sceneggiatura o con una pessima direzione degli attori.
Stavolta parliamo di un prodotto creato – come tanti altri – a tavolino, con l'unico scopo di farne uno dei più grandi incassi dell'anno o del decennio.
Ecco la storia: un gruppo di supereroi vengono riuniti per sconfiggere una minaccia aliena. Prima si detestano, litigano tra loro - tanto che pensiamo a cosa serve il cattivo – poi si riuniscono per la grande battaglia finale. E vincono. Che Storia.
Mi domando quanto abbia faticato lo sceneggiatore. A mio avviso ha scritto il brogliaccio mentre cercava ispirazione sul water del suo bagno dopo una indigestione domenicale. Spezziamo una lancia dicendo che, per fortuna, la grande attesa non era rivolta all'intreccio, ma ai suoi componenti. 
“The Avengeres” riparte infatti da dove “Iron Man 2” finiva, così ritroviamo la morbida Scarlett Johannson (forse la migliore del gruppo) avvolta nella sua tuta nera, che scalcia e lotta come una matta nei suoi splendidi 160 cm di altezza (o poco più..); un'apparizione di qualche minuto di Pepper, colei che era la intransigente e precisa assistente tutto-fare di Iron Man. L'assistente incarnata deliziosamente da Gwyneth Paltrow in un perfetto stile britannico, diventa qui una comparsa totalmente inutile, vestita con shorts di jeans e camicetta, che vaga sfarfallando per l'ufficio a piedi scalzi e con un flûte di champagne in mano. Binomio perfetto di banalità e futilità.
Successivamente abbiamo Capitan America con la sua tuta decisamente troppo antiquata e la sua capacità recitativa pari a quella di un mattone, tanto che fa ridere – non nel senso migliore - ogni volta che appare; abbiamo il nuovo divo Jeremy Renner (adesso nelle sale con “The Bourne Legacy” e ovunque sulle riviste di cinema) e il suo Occhio di Falco innamorato della morbida spia russa; lo shakespiriano Thor in lotta con il fratello adottivo, brutta fotocopia di una figura malvagia vista e rivista da anni.
Ritroviamo anche una nuova versione di Hulk, con un Mark Ruffalo in bilico tra timidezza e follia, traspirante di un nervosismo totalmente estraneo sia all'imponente e splendido corpo del primo essere creato da Eric Bana, che al secondo triste e tormentato Dott Banner incarnato da Edward Norton.
Infine la ragione del film, il faro che attrae e riunisce tutte le navi al molo: il sarcastico Robert Downey J, che con i suoi occhioni neri, le sue battutine che sanno di aria fritta e la sua gigioneria è oramai diventato schiavo del personaggio che lo ha fatto resuscitare dopo anni di profonda crisi, Iron Man. Ma si può veramente ridurre un magnifico attore a questi livelli? Non nascondo di aver gustato i due precedenti Iron Man, ma questa pellicola sembra un prodotto venduto nei supermercati di basso costo: brutto alla vista e qualitativamente orrendo. Passo per gli altri, ma un attore con queste magnifiche qualità recitative, a mio avviso, merita molto di più di un eroe di latta rossa con la musica a tutto volume nel casco.

Solitamente soffro di insonnia ma “The Avengers” è un ottimo sonnifero, un prodotto “da banco” da vendere anche negli scaffali dei supermarket dedicati alle cure “fai-da-te”.

Buona – non – visione