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domenica 29 luglio 2012

CONVERSATIONS WITH SCORSESE By Richard Schickel (2011)

Che siate più o meno appassionati del cinema di Martin Scorsese, voraci lettori di manuali e testi sul mondo del cinema o sporadici consultatori di riviste o libri, consiglio caldamente la lettura di questo libro in cui il regista americano riversa tutta la sua immensa passione per i film

Potremmo pensare che libri come questo vengano fatti con lo stampino, un libro-un regista, il quale risponde sempre alle stesse domande in maniera quasi automatica e noiosa.
In questo caso l’intervistatore è Richard Schickel, grande storico e critico cinematografico che apre con Scorsese un confronto alla pari, una lunga, appassionante conversazione che spazia oltre i confini della filmografia del regista per tracciare una visione a 360 ° sul cinema, sulle persone che lo compongono, sui film che ne hanno formato la storia.

Scorsese trasmette fortemente al lettore la sua genuina e vorace cinefilia, tanto da trascinarlo alla curiosa necessità di dover prendere visione dei film citati, anche se a volte questi non rispecchiano i gusti della nostra generazione, né riescono a mantenere una modernità richiesta a due ore di spettacolo.
Scorsese chiarisce fermamente che si può trarre nutrimento anche da un’ opera non riuscita, o da una pellicola di serie B. Possono esserci idee, tecniche, contesti narrativi dai quali è possibile trarre uno spunto, una soluzione per far procedere il film che stiamo realizzando o semplicemente chiarire e ampliare una conoscenza cinematografica che credevamo già satura.

Nella sua grande abilità registica, Scorsese mantiene un profilo umile e critico verso una filmografia che comprende opere di primissimo livello e un paio di capolavori assoluti (“Goodfellas” e “L’età dell’Innocenza”, ma sul secondo lascio a voi la personale scelta fra altri. Sul primo non si discute), riversando ai suoi collaboratori e mentori una parte di merito per i suoi successi.

Il libro è un piacere per gli occhi, come i piani sequenza di “Quei bravi ragazzi”/”Goodfellas”, un universo di parole che non ci stancheremmo mai di leggere. 
Ma come tutte le belle cose, dopo 485 pagine, trova la sua fine.

Buona lettura

domenica 22 luglio 2012

THE HELP (2011) By Tate Taylor


Era stato acclamato agli Oscar. 
Era un film della scorsa stagione cinematografica che al solito avevo perduto per totale mancanza di tempo ed energia.
Le serate estive, oltre ad essere appunto estive (luce, aria fresca, ritrovi tra amici), hanno un altro grande vantaggio: il recupero dei film perduti al cinema e visibili in DVD.
Riconosco che non è la stessa visione, ma almeno con il recupero è possibile riconnettersi con il mondo cinematografico ed avere una conoscenza più vasta delle pellicole uscite durante i mesi passati.
Due sabati fa sono stata tentata dall’ultima commedia con Ben Stiller “Tower Heist – Colpo ad alto livello”. Non adoro Ben Stiller, non mi piace la sua comicità forzata e eccessiva da “Tutti pazzi per Mary” alla saga di “Ti presento i miei”. La sua comicità ebrea e furbetta mi lascia totalmente indifferente, mi annoia. In questo ultimo film Stiller è tuttavia maturato, diciamo pure invecchiato, trasformandosi in un serioso personaggio dall’aria intellettuale e contenuta. Film godibile, ottimo cast, storia divertente e non del tutto scontata. Da vedere. 

Poi è stata la volta di “The Help”. Ne avevano parlato molto in occasione dei Golden Globe e dell’Oscar. Pensavo che fosse la solita pellicola buonista, con la scena della torta (l’unica che era palesemente trapelata anche a chi non aveva visto il film) come climax e un candido e lieto fine.
Mi sbagliavo, come tante altre volte.
L’immenso Eric Rohmer diceva che non occorre vedere migliaia di film per ottenere una buona cultura cinematografica. Ne bastano pochi e selezionati. Forse poteva dirci come fare, dall’alto della sua grande intelligenza, per selezionare le pellicole degne di visione. Forse esiste una via di mezzo tra la famelica cinefilia di Scorsese e la selezione presuntuosa di Rohmer. Forse bisogna basarsi sul proprio istinto personale e lasciarsi andare.
Ieri sera ho visto “The Help” e devo dire che film come questo non passano molto spesso al cinema. 
In questo caso non parlerei di regia, né di tecnica cinematografica a me tanto cara. No, in questa pellicola conta la storia e i personaggi che ne fanno parte. Ambientato nello Stato del Mississippi, agli inizi degli anni ’60, la storia narra delle vicende di famiglie bianche e delle loro cameriere di colore.
L’America degli anni d’oro qui descritta assume una forma del tutto diversa da quella sempre sognata da coloro che come noi abitano oltre Oceano. 
Le vicende dei personaggi,  bianchi e neri che siano, sono tutt’altro che felici e rosee, poeticamente toccanti ma senza sfociare nel pietismo forzato. Le leggi razziali degli Stati del Sud vengono pesantemente condannate oggi, ma sembra assurdo pensare che questi eventi accadevano poco più di 50 anni fa in un Grande Paese che aveva liberato parte del mondo Occidentale dalla minaccia nazista e dai loro spietati crimini e discriminazioni. 
Il Grande Paese delle libertà e delle opportunità che aveva accolto anche noi, immigrati italiani, riversava le stesse discriminazioni sulla popolazione di colore, considerandoli esseri umani di livello inferiore. 
“The Help” è un racconto sicero e diretto, descrizione affascinante e coinvolgente di una America ben poco idilliaca rispetto a quella  dei nostri sogni. Interpretato da una Emma Stone fortunatamente sottotono e da un cast di colore di immensa bravura (meritatissimo l'Oscar a Octavia Spencer), con una Sissy Spacek come unico elemento di leggera ilarità, necessario per interrompere e smorzare i drammi che la circondano. 
"The Help" è una storia di lotte e sofferenze e di quanto sia ingiusta e triste la vita. Ma come ogni buon film americano che si rispetti, alla fine giunge sempre la morale che questa vita vale fino all’ultimo attimo di essere vissuta e combattuta per ogni ideale, ogni valore che possa migliorare in senso universale questo nostro Grande Paese.
Buona imperdibile visione