Nella mia precedente
opinione su “Everyone says I love you” avevo anticipato il
“compromesso” presente nei film di Woody Allen.
A mio avviso, e in questo
scarso blog mi dispiace ma esplicito i miei punti di vista, il
compromesso non è mai così ben esposto quanto in “Match Point”.
In questa prima pellicola
londinese, a cui farà seguito un più leggero “Scoop”, Allen
si ripropone come regista dai toni drammatici. Diversamente dalle
volte precedenti – vedi “Interiors” o “Settembre”, stavolta
Allen viene accolto con piena soddisfazione sia dal pubblico che
dalla critica.
Molti sottolineano le
somiglianze con “Crimini e Misfatti”, montaggio alternato tra
due storie che infine si incrociano trovando l'epilogo con un'amara
conclusione della vita. La prima storia è molto forte e drammatica,
interpretata da un Martin Landau in conflitto con la sua anima ma non
desideroso di rinunciare a benessere e reputazione; la seconda
storia, in parte comica, è recitata da Woody e Mia appoggiati dal
sempre straordinario Alan Alda, concorrente usuale sia sul campo
affettivo che lavorativo.
“Match Point” è una
storia invece lineare, con una breve sequenza onirica verso la fine,
che parla di un tennista irlandese arrivato a Londra in cerca di lavoro
e di soldi. Incontra un rampollo di una ricca famiglia, ne sposa la
sorella e conclude il suo scopo (lavoro e soldi).
Ma Allen ci ricorda che
nel dramma della vita c'è sempre l'Amore e viceversa.
La fidanzata del rampollo
è Scarlett Johansonn, superba nella prima apparizione con il vestito
bianco attillato. Un'immagine unica, una scena che Woody girerà più
volte per trovare l'esatto punto della perfezione. Ci riesce in pieno.
Scarlett fa perdere la
testa al nostro protagonista antipatico, ma si rivela avere un
carattere difficile, isterico e l'illusione di avere una moglie ricca
e un'amante bellissima non può diventare reale.
Ed ecco che nell'Amore
arriva il dramma della vita e delle sue scelte. Meglio stare con la
donna che ami o con la donna che ti piace ma che ha un sacco di
soldi? Beh, il nostro tizio sceglie la seconda opzione e la fine è
tragica come l'inizio di “Crimini e Misfatti”.
La vita e suo compromesso si riuniscono per donare forma alla nostra esistenza.
E' uno dei pochi film
seri di Woody, non ci sono spazi per una battuta di spirito o per uno
slancio di umorismo anche velato. E' un film bellissimo, girato con
cura, un film teatrale. I personaggi sono pochi e sono inquadrati
alla perfezione, gli attori pienamente in parte. La prima volta che
Woody diventa Europeo, che torna indietro verso il suo grande amore
per i drammi, che con un altro colpo di ala si stacca dalla
filmografia precedente per creare un'altra parte della sua storia,
crea un film semplice ma brutalmente reale.
Se non lo avete visto ne
vale la pena, anche per coloro che non amano Woody Allen.
Scommetto
che poi mi darete ragione
Buona visone