Una
donna non sarà mai considerata allo stesso pari di un uomo.
Non
è una bugia, è un dato di fatto.
Oggi
ben tre persone, senza mezzi termini, hanno sottolineato la mia “bravura” a gestire casa e lavoro,
viaggiando spesso. Praticamente hanno espresso “carinamente” un aperto giudizio
negativo sulla mia vita.
Ripenso
a “Tra le nuvole” (“Up in the Air” 2009) il film di Jason Reitman che dopo quel
gioiello di “Juno” riprova il colpo con un film prevalentemente fondato sulla
sensazione di solitudine e di quel poco di
misogina che pervade i viaggiatori.
Qui
il protagonista è George Clooney nelle vesti di un “addetto ai licenziamenti”,
un impiegato speciale on-the-road o meglio in-the-air che vola da Stato a Stato
per parlare con i dipendenti di tutte quelle società che, per mancanza di
coraggio o per non addossarsi responsabilità, assoldano un esperto per fare un
lavoro sporco.
George
adora il suo lavoro, o meglio, il fatto che il suo lavoro gli permetta di
volare via, di avere una vita fatta di incontri casuali e di accumulare sempre
più punti sulla sua carta della compagnia aerea. E’ un metodico, uno che
conosce tutti i trucchi per mettere in valigia quanto necessario per il
viaggio, per scegliere quale fila al check-in è migliore di altre, per trovare
gli alberghi migliori dove alloggiare. E’ una persona con una buona esperienza,
che non desidera altro che stare fuori da quella parte di mondo con la quale
prima della fine dovrà scontrarsi: la famiglia
Il
conflitto più grande, il peggior periodo dell’anno lo incontra quando è
costretto a tornare a casa per quei pochi giorni “terreni”. E quando il boss
dell’azienda per cui lavora decide di tagliare i costi e di tenere gli
impiegati a terra per svolgere il lavoro tramite il monitor di un computer,
George vede il suo mondo crollare ed è costretto a rapportarsi con una
ragazzina rampante, che si dimostra più tenera e indifesa di quanto non voglia
dimostrare e che gli insegnerà a considerare la propria vita sotto un’altra
dimensione. George affronta la vita, prova a lasciarsi andare all’amore e
perde. La donna viaggiatrice ha meno scrupoli dell’uomo e lo lascia nuovamente
solo davanti al cartellone degli orari dei voli.
L’uomo
vola per riempire i vuoti della sua esistenza, la donna per ampliare le sue
conoscenze ed espandere la sua esperienza. L’uomo vola se non ha famiglia, la
donna vola incurante del fatto che ne abbia una.
E’
vero? E’ falso? E’ profondamente ingiusto. Punto.
Buona
visione
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